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Abu Ghraib

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Non confidate
di trovare scampo,
quando trabocco anniento,
v’indurirò nel tempo d’un istante
e diverrete un blocco inseparabile,
l’opera somma tra le brute immagini.
Solleverò la mia furia
come un’ondata di magma,
v’erutterò sui pensieri
lapilli e montagne di cenere;
sono il nemico d’ognuno,
ignoro la tregua e la pace,
confondo carnefici e martiri,
accorpo carcerieri e carcerati:
io sono il vulcano più attivo del mondo
di repentine eruzioni, chiamatemi Odio.
Mi coprirò col mantello
della nottata più buia,
m’inietterò nello sguardo
il fuoco perenne degli inferi,
innalzerò dagli abissi
i cerberi cani ringhianti,
impietrirò le vostre carni assieme
e diverrete un gruppo immortalato,
dei vostri cuori vuoti farò calchi.
Susciterò l’invidia inappagabile
d’ogni sorta d’artista maledetto
e strozzerò la voce dei poeti
quando pronunceranno il nome Amore.
Dovrà Botero le sue forme tonde
mutare in corpi duri e spigolosi.


.

 Nando - 29/11/2011 15:32:00 [ leggi altri commenti di Nando » ]

La grandezza del dire poetico, sta forse nell’impatto emotivo che ne favorisce l’assorbimento del messaggio. Mi sembra che anche in questo caso, tu non parli per legittimo autocompiacimento, ma per avvertenza di un impegno civile; inoltre, dietro i fatti, che pure denunci senza alcuna riserva, cogli i fondamenti extracontingenti del male. Qui, è l’odio, che può confondere "carnefici e martiri".

 Loredana Savelli - 28/11/2011 15:18:00 [ leggi altri commenti di Loredana Savelli » ]

Immagine sorretta bene fino alla fine. Complimenti.

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